A Icone Talks si parla dell’importanza di coinvolgere emotivamente il fruitore di un prodotto con un messaggio in cui immedesimarsi.
Due designer a confronto: Antonio Facco, giovane e già affermato professionista, e il suo mentore, Giulio Cappellini, personalità di fama internazionale nel campo del design e art director di Icone. La conversazione si svolge online, ma i due sono più vicini che mai, si conoscono infatti da più di dieci anni.
Il design di prodotto oggi ha un problema, riconosciuto da molti: si è piegato alle logiche di mercato e ascolta più il richiamo del consumismo che le voci delle persone.
“Siamo
un po’ tutti vittime della costante esposizione, dei social media,
del flusso continuo di stimoli: prodotti, pubblicità, immagini…
Tutto è sempre meglio presentato, mascherato e costruito”,
commenta Antonio Facco, che aggiunge: “Il
paradigma della progettazione è cambiato, oggi è importante lavorare
in team multidisciplinari,
trasversali e cercare di controllare il progetto a 360°, portandolo
su strutture più complesse partendo da quelle già consolidate”.
Giulio Cappellini va oltre l’esigenza commerciale, con una
visione che coinvolge i fruitori degli oggetti di design, le persone:
“Per
me col design bisogna anche cercare
di far sorridere e sognare le persone. Nel processo creativo l’empatia è quindi importante”.
“Sono d’accordo” – commenta Antonio Facco – “Per rendere un prodotto significativo non deve per forza nascere da una tecnologia avanzata. Può avere anche un messaggio significativo. L’empatia col pubblico, col cliente, con l’azienda è l’ingrediente fondamentale per fare design”.
Come riesce Antonio ad applicare l’empatia ai progetti? “Cerco di raccontare qualcosa di nuovo, di entrare io in empatia con quel pensiero prima di portarlo agli altri. È un ingrediente che c’è sempre stato, ha creato il Made in Italy, un processo che è iniziato dal dialogo tra imprenditori e designer”.
Riguarda l’intera conversazione tra Cappellini e Facco nella IGTV di @icone.luce.
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