La durabilità e la complessità degli oggetti semplici

Con Giulio Cappellini, il giornalista Andrea Calatroni ci porta dentro il mondo della luce, tra prodotti destinati a durare nel tempo.

In questo periodo non si può viaggiare e siamo anche meno presi da una quotidianità spesso estremamente frenetica. Abbiamo quindi forse più tempo per fermarci e pensare.

La serie di dirette social Icone Talks è nata per questo motivo, per continuare a pensare e non perdere il focus sul mondo della luce e del design, in un momento senza eventi in presenza in cui poter condividere, fare networking e scambiare idee.

L’ospite della nuova puntata di Icone Talks è il giornalista Andrea Calatroni, architetto che ha scelto di raccontare l’illuminazione invece che “tirare righe tutto il giorno in uno studio”, come dice lui, prima dalle pagine della rivista “Luce” e poi da quelle online del suo magazine MakingofLight.it.
Andrea ha dialogato con l’art director di Icone Luce Giulio Cappellini sul mondo dell’illuminazione visto da chi lo racconta parlando con le aziende del settore tutti i giorni.

Lampade che raccontano storie

Giulio Cappellini. Andrea il tuo sito non solo fa vedere dei bei prodotti ma c’è anche un approfondimento molto forte. Penso che mai come in questo momento sia importante raccontare il sudore che c’è alle spalle di un progetto.

Andrea Calatroni. È quello mi piace fare, da lì il nome “making-of” cioè il fare, il costruire con la testa o le mani un prodotto, un progetto, una lampada, una qualsiasi piazza o il progetto di un edificio.
Cerco di scegliere delle cose che abbiano delle storie da raccontare: ascolto, trascrivo e cerco di farlo al meglio. Questo metodo per ora ha funzionato anche se è molto empirico e personale, ma mi ha dato molte soddisfazioni in questi dieci anni.

Giulio Cappellini. D’altronde è giusto dare delle valutazioni personali perché un buon critico del design deve porsi anche come possibile fruitore di un oggetto.

Andrea Calatroni. Da collezionista di lampade alla fine cerco di scegliere bello e funzionale insieme, oltre che pagare l’occhio deve fare anche una buona luce. Cerco sempre di fare un mix tra le due.

Prodotti che guardano al futuro

Andrea Calatroni. Oltre a questo, la durabilità è una delle sfide maggiori di questo periodo. A parte le classiche icone, scelgo di trattare prodotti contemporanei belli, che abbiano nel loro DNA una possibile durata; ce ne sono, fortunatamente. Cerco di scegliere e promuovere soprattutto quelli che avranno un senso anche tra dieci anni.

Giulio Cappellini. Anche perché i prodotti iconici degli anni cinquanta, sessanta, settanta sono qualcosa di ormai consolidato. Cercare di esplorare i prodotti di oggi, quelli che diventeranno le icone di domani, non è certamente facile.

Andrea Calatroni. È molto difficile anche perché la tecnologia, soprattutto la tecnologia LED, ha un po’ uniformato la ricerca della forma. Si vedono bene o male sempre quelle tre o quattro estetiche: forma piatta, tonda, lineare, essenziale.
L’altra cosa che vedo molto sono le finiture, c’è un grande lavoro e Icone è un esempio di questa ricerca e applicazione.

“Le mie preferite? Diadema e Hola Hoop”

Giulio Cappellini. Cosa ti ha colpito di Icone, c’è qualche prodotto che preferisci e che ti ha colpito?
Andrea Calatroni. Come ho anticipato, vedo una grande ricerca nelle finiture. In periodi di crisi come questo, texture calde, come il rame, l’oro, il bronzo sono fondamentali perché rassicurano, fanno star bene le persone.

Icone l’avevo conosciuta un paio d’anni fa durante l’ultima edizione di Euroluce, quando si potevano toccare le cose. Ero insieme alla blogger di Design Outfit, con cui ogni tanto collaboro, e mi sono segnato due prodotti che mi sono piaciuti per l’apparente semplicità: uno è Diadema e l’altro è Hula Hoop.

Sono due lampade apparentemente semplici ma con un pensiero dietro, un’idea interessante della moltiplicazione del cerchio e non un banale anello sospeso.

La semplicità è lavorare per sottrazione

Giulio Cappellini. Mi trovi pienamente d’accordo. Spesso si dice “questo oggetto è semplice”, sono dell’idea che lavorare per sottrazioni sia molto più complesso del lavorare per addizione.

Un oggetto semplice che ha forti contenuti è frutto veramente un processo mentale molto particolare e non sempre facilissimo. Devo dire che questo è proprio nel DNA di Marco Pagnoncelli, il principale designer di Icone, che lavora su degli oggetti di grande semplicità nei quali l’uso corretto del materiale e la cura del dettaglio diventano assolutamente fondamentali.

Oggetti semplici, belli oggi e belli domani perché penso che questo sia l’elemento fondamentale, cioè riuscire a fare dei prodotti, come giustamente dicevi tu prima, che durino nel tempo, oggetti che diventano parte del nostro universo domestico.

Segui Icone Talks sulla IGTV del canale Instagram @icone.luce

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