Lama, sia lampada sia tavolino d’appoggio

Un oggetto illuminante che può avere un utilizzo ibrido, in casa come in un albergo.

Da un rapporto di stima e di collaborazione che lega da tempo Icone e Giulio Cappellini, è nata la famiglia di lampade Lama.

Mi piace sempre lavorare su quello che chiamo il ‘progetto generale d’azienda’ e quindi cercare di tenere quel filo rosso che collega un po’ tutti i progetti” racconta Cappellini, art director di Icone.

Chiaramente lavorando poi come art director in un’azienda ti viene la voglia di disegnare qualcosa e di aprire un pochino le porte”, ha continuato Cappellini, “Ho iniziato a progettare, insieme a Leonardo Talarico, questo prodotto per Icone e in futuro apriremo, come Icone, sempre di più le nostre porte a delle collaborazioni esterne”.

Finora i prodotti di Icone sono stati disegnati da Marco Pagnoncelli, uno dei fratelli proprietari dell’azienda, sempre con uno stile molto pulito e minimale. Un atteggiamento progettuale che poi può cambiare attraverso le diverse finiture dell’oggetto.

Com’è nata la collezione di lampade Lama?

Lavorando sugli spessori e sui materiali. Sono convinto che se conosci bene il materiale puoi dare la giusta espressione. Mi piacciono sempre gli spessori o molto grossi o molto sottili e questa è un po’ sempre la sfida che porto in tutti i materiali che uso, dal metallo, al legno, alla ceramica… Per esempio, quando con Flaminio faccio un nuovo lavabo, dev’essere sottilissimo o molto spesso”.

Nel caso di Lama, l’idea era proprio quella di creare una forma molto sintetica, creata da due coni che si intersecano, però cercando di lavorare con gli spessori, sottili, del metallo.

E soprattutto cercando di fare un prodotto che solo apparentemente è semplice, però dal punto di vista costruttivo non è poi così semplice. Lavorare sulla complessità del disegno fa sì che magari il prodotto non sia immediatamente aggredibile” ha commentato Cappellini. “Quindi abbiamo lavorato su scale diverse. Siamo all’inizio di questa connessione: oltre alla piccola lampada da tavolo, della lampada da terra e della grande lampada da tavolo, seguiranno le sospensioni e altro”.

Mano a mano che si sviluppano le cose ti rendi conto che magari gli utilizzi possono essere ibridi. Appoggiando non su un tavolo o su un tavolino, ma per terra la grande lampada da tavolo, ti accorgi che può essere, da sé, un tavolino luminoso. Stiamo lavorando per far diventare questo oggetto una scultura luminosa che funga sia da lampada sia da tavolino d’appoggio”.

È il primo progetto per Icone, che con Leonardo Talarico stiamo portando avanti da tempo. La pandemia c’ha rallentato molto, io sono uno che ha bisogno di toccare e vedere gli oggetti. In modo virtuale si riesci a vedere l’ottanta per cento delle cose, ma mai il cento per cento. Siamo assolutamente contenti dei primi risultati, questi sono i primi prototipi che stiamo presentando in anteprima, a brevissimo sarà completata tutta la famiglia di lampade”.

Ancora una volta ecco un prodotto Icone che cambia aspetto a seconda del tipo di finitura, un oggetto che può essere ambientato, può andar bene in una casa come in un albergo.

Mi auguro che sia un primo prodotto in collaborazione progettuale, non di direzione artistica, con Icone e che abbia una sua fortuna” ha concluso Cappellini.

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