L’illuminazione che prima potevi solo immaginare

La tecnologia LED, lavorazioni e materiali: oggi i trend del settore vanno verso direzioni prima impensabili.

Tutto è cambiato nella nostra vita, anche la luce e i corpi illuminanti che ci circondano. Come stanno affrontando le aziende il distanziamento sociale a cui sono costrette e che le priva degli eventi fisici? Come stanno usando le nuove tecnologie a disposizione?
Nella serie di dirette social “Icone Talks”, ne hanno parlato l’art director di Icone Giulio Cappellini e il giornalista Andrea Calatroni.

Gli ultimi trend della luce

Giulio Cappellini. Con il tuo magazine online hai contatti con moltissime aziende del settore dell’illuminazione, pensi che ci siano dei trend che siano più visibili rispetto ad altri in questo momento?

Andrea Calatroni. Guardando un po’ tutto il panorama italiano ed estero ne vedo fondamentalmente tre. Il primo è quello delle tecnologia led e le forme piatte, essenziali, tirate al minimo. Senza grandi sovrastrutture si possono fare lampade molto esili ma comunque performanti.
Il secondo trend è quello delle finiture calde, anche se questo è legato al periodo che stiamo vivendo, molto complesso, per cui legni, bronzi, rame… Sono tutti materiali, rispetto all’alluminio e al vetro, che oggi sono molto ricercati.
Il terzo trend è la libertà compositiva che tecnologie (come la stampa 3D), lavorazioni (come la fresatura), e nuovi materiali permettono di avere.

Giulio Cappellini. La miniaturizzazione della tecnologia ha influenzato molto il design in generale. Le forme ultrapiatte o super sottili in passato non si potevano realizzare perché la tecnologia illuminotecnica non lo consentiva.

La forza comunicativa persa

Come si stanno muovendo le aziende in un panorama senza eventi fisici, senza fiere?

Andrea Calatroni. Con dirette su Instagram e Zoom, cercando di comunicare il più possibile con la parola o comunque con il racconto. Però nel nostro mondo, rispetto ad altri, così come in quello del mobile, è fondamentale il fatto di toccare le cose, smanacciarle, toccare le finiture, sentire la porosità, giocarci anche, muoverle e capire come funzionano.

Per cui ok la diretta video e le presentazioni online, però le fiere sono un elemento cardine del nostro lavoro perché ci permette di toccare e confrontare anche la grana della finitura. È solo in presenza che possono confrontare due oggetti simili, capire qual è la finitura più bella, qual è più rispondente alla luce e alla mano. Quindi sì, le aziende si stanno muovendo sul digitale però perdendo un po’ della propria forza comunicativa.

Leggerezza e movimento

Giulio Cappellini. Diciamo che abbiamo veramente tutti voglia di tornare alla realtà.
Altro tema interessante è quello del movimento: molti oggetti d’arredo sono statici, come un tavolo o un divano; nelle lampade, non solo nelle luci tecniche ma anche nelle luci per le abitazioni, il movimento sta diventando un altro elemento importante. Ci sono lampade che lavorano per sovrapposizione o che cambiano aspetto, le troviamo anche nel catalogo di Icone. Quindi c’è veramente un rapporto molto forte tra l’oggetto lampada e il fruitore stesso.

Secondo te anche questa è una tendenza?

Andrea Calatroni. Sì, mi viene in mente anche qualche lampada di Icone che ha questa caratteristica, per esempio Caveau, o con ha le testine e i bracci che si orientano della posizione o dell’uso che se ne fa.
Oggi lampade sono sottili e leggere quindi anche molto maneggevoli, facilmente spostabili. MI vengono in mente le varie unplugged, ne stanno nascendo una quantità incredibile, tutte le azienda ne hanno almeno una o due a catalogo. Rappresentano proprio l’idea di portarsi in giro la luce, cosa che fino a qualche anno fa sembrava utopia.

Giulio Cappellini. Anche Icone si sta muovendo in questo senso. Avere una tua luce sul tavolo di un ristorante è una cosa che crea un’atmosfera, quando torneremo nei locali speriamo di potercela godere quella luce.

Segui Icone Talks sulla IGTV del canale Instagram @icone.luce

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