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UNO DEI SEGRETI DEL BUON DESIGN: SPORCARSI LE MANI

Serio, professionale e umile: questa è la lezione di Achille Castiglioni che va insegnata ai più giovani, oltra al fatto di non prendersi troppo sul serio.

Nel corso delle puntate di Icone Talks di questi ultimi due anni, l’art director di Icone Giulio Cappellini ha più volte invitato i giovani che si vogliono avvicinare al mondo del design industriale a studiare la storia della materia e dei suoi principali protagonisti.

Nel Talk con Giovanna Castiglioni, Cappellini è tornato su questo tema mentre racconta, attraverso gli oggetti, il grande maestro Achille Castiglioni.

Achille si è fatto capire in tutto il mondo con le mani e i suoi oggetti, con cui ha dato lezioni magistrali rimaste nella storia del design. Se oggi l’industria e il design italiano sono conosciuti in tutto il mondo lo si deve a questi mostri sacri, alla loro passione, alla professionalità e anche all’umiltà di rimettersi sempre in discussione” ricorda Cappellini.

Come ha fatto Achille Castiglioni a diventare un mito?

Mio padre ha sempre lavorato seriamente, senza però prendersi troppo sul serio. Diventare grandi vuol dire essere umili e avere un grande rapporto con le aziende, crescere con le aziende. Achille ha progettato tanto e stabilito grandi sinergie con le aziende, andava anche a lavorare con gli operai. Oggi è tutto meno pratico, gli studenti ti mandano il disegno, in rendering, ma se il progetto non lo tocchi, non lo vedi, non lo plasmi… è difficile” ha risposto Giovanna Castiglioni.

“Ai giovani dico sempre di sporcarsi le mani. Stare in bottega ti dà un rapporto immediato con l’oggetto, lo stesso vale quando si segue dal vivo, fin dal primo momento, un allestimento, altro ambito in cui Achille Castiglioni è stato straordinario”, ha commentato Cappellini che ha poi proseguito: “Se fai qualcosa di buono, la gente poi nel tempo se ne accorge. Oggi anche nei giovani vedo molto la ricerca degli oggetti che hanno fatto la storia del design italiano. Ultimamente ci siamo fatti prendere un po’ troppo dal lifestyle, che nasconde la debolezza dei progetti; dobbiamo invece tornare a fare oggetti belli e utili, proprio come all’inizio del design italiano”.


Il fatto che i giovani riconoscano l’heritage di questi oggetti è un segnale fortissimo. Dietro una luce o una sedia disegnata da tuo padre ci vedi tutto il mestiere e la conoscenza del progetto e della materia che ci ha messo dentro” ha concluso Cappellini.

È per questo che abbiamo aperto lo studio,” – ha detto Giovanna Castiglioni – “così è possibile seguire l’iter progettuale anche in studio e lo si tocca con mano. Se vedo gli oggetti in un museo sembrano tutte cose che non usi. Io sono cresciuta con questi oggetti, li ho sempre usati, poi li ho visti nei musei… Preferisco averli usati”.

“Sono d’accordo” – ha concluso Cappellini – “Nei confronti degli oggetti di design c’è ancora questo timore, le persone li vedono nelle collezioni e nelle scintillanti vetrine degli showroom e fanno ancora fatica a immaginarseli a casa propria. Invece il bello e nell’usare e toccare un prodotto”.

Puoi rivedere e riascoltare il Talk tra Giulio Cappellini e Giovanna Castiglione nella IGTV di Icone.

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